14/08/2020
Economia circolare: con ROMEO pc e cellulari rottamati si trasformano in miniere d’oro
Si chiama ROMEO ed è il primo impianto pilota di economia circolare in Italia per l’estrazione di oro, argento, platino, palladio, rame, stagno e piombo da rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). Nato da un team di ricercatori ENEA, ROMEO (Recovery Of MEtals by hydrOmetallurgy) ha una resa del 95% nel recupero di metalli preziosi da RAEE.
Recupero rifiuti elettrici ed elettronici: verso una filiera nazionale completa per l’estrazione di metalli preziosi da RAEE
L’impianto, che si trova a nord di Roma presso il Centro Ricerche Casaccia, utilizza un processo idrometallurgico a “temperatura ambiente” brevettato ENEA, che consente una drastica riduzione dei costi energetici e degli scarti, grazie al riutilizzo delle emissioni gassose che vengono trattate e trasformate in reagenti da impiegare nuovamente nel processo stesso, e che non richiede il pretrattamento e la triturazione delle schede elettroniche.
E’ inoltre è caratterizzato da modularità e flessibilità che consentono non solo di trattare anche piccole quantità di rifiuti elettrici ed elettronici, ma anche di scegliere il grado di purezza del metallo recuperato a seconda delle esigenze di mercato.
Secondo le prime stime ENEA, da 1 tonnellata di schede elettroniche è possibile ricavare 129 kg di rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 0,35 kg di argento e 0,24 kg di oro, per un valore complessivo di oltre 10 mila euro (al prezzo attuale di mercato).
E questo conferma come i RAEE possano trasformarsi in una fonte di materie prime capace di affrancare il nostro Paese e l’Europa dalle importazioni provenienti da Cina, Africa e Sud America.
Come spiega Fontana primo ricercatore del Laboratorio Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali di ENEA: “Con ROMEO vogliamo stimolare la creazione di una filiera nazionale completa per il recupero di metalli preziosi da RAEE. Purtroppo finora in Italia il settore nazionale del riciclo si ferma al trattamento iniziale – cioè il processo meno remunerativo – lasciando a operatori esteri, in particolare del Nord Europa, il compito di recuperare la parte ‘nobile’ del rifiuto”.
A partire dal 2019 la direttiva 2012/19/EU che regolamenta il settore dei rifiuti elettrici ed elettronici impone il raggiungimento di un target di raccolta dei RAEE pari al 65%. Nel 2019 in Italia il trattamento di RAEE ha registrato un incremento del 10,11% rispetto al 2018. Gli impianti hanno dichiarato di avere gestito complessivamente 4463.953 mila tonnellate (dati Centro Coordinamento RAEE) di rifiuti elettrici ed elettronici.
Ma come sottolinea Fontana, una cospicua parte di questi RAEE viene smaltita ancora con percorsi alternativi (come la discarica o l’esportazione all’estero) che non garantiscono rispetto dell’ambiente, né tantomeno un’efficace e strategica gestione delle risorse. Per questo l’intento di ENEA è quello di trasferire all’industria questa tecnologia affinché, attraverso l’introduzione di processi eco-innovativi, si possa completare la filiera del ciclo di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici per far rimanere sul territorio materie prime strategiche.